lunedì 19 dicembre 2011

Si dà il via alle pazzesche infornate di biscotti di Natale!

Per me ormai succede da 5 anni.
Ogni 22 dicembre di ogni anno impiego kili di burro, farina, zucchero, uova e sfogo tutta la fantasia, la creatività e la passione che ho. Ma per fare cosa, vi chiederete voi. Ma per fare i biscotti di Natale da regalare, no?!
Eh già.
Credo che ricevere come regalo di Natale dei piccoli, ricchi e colorati pacchettini contenenti golosità ad alto tasso calorico sia un vero piacere! Non c'è nulla di più genuino e, soprattutto, sentito, che ricevere -e fare- regali mangerecci home-made, che siano biscotti tradizionali o rivisitati o preparati per cioccolate in tazza dai gusti strambi ed originali, fino ad arrivare a slurposi sughi per la pasta o eleganti barattoli conciati per le feste contenenti verdure sott'olio e frutta sotto spirito.
Credo sia uno dei modi più carini per far vedere alle persone care quanto teniamo a loro. E così il cucinare diventa un gesto di puro e sincero affetto, un espediente per far capire che ciò che abbiamo sfornato dal nostro forno è stato fatto davvero col cuore!
Insomma, neanche da paragonare al comprare in fretta e furia alle 18 della sera del 24 oggetti per amici, parenti e compagnia bella che poi, nel migliore dei casi, faranno bella vista di sè, per giunta tutti impolverati, in qualche triste vetrinetta che si potrebbe definire "la vetrinetta dei regali inutili di Natale"!
Inoltre, ha pure un vantaggio: è economico!
Eh sì, perchè se voi fate tanti biscottini di frolla e poi li decorate o con la glassa, o con qualche ghirigoro di cioccolato, o con qualche pezzettini di frutta secca, o con la marmellata accoppiati a due a due, non spendete mica tanto eh!

Proviamo a fare 2 conti, per una bella dose di frolla (80 biscotti abbondanti) occorrono:
-farina (1 kg, 0,50€)
-zucchero (1 kg, 0,98€)
-burro(500g, 3,85)
-uova(confezione da 6, 1,25€)
-aromi vari (buccia di limone: limoni, 1,20€ al kg; vaniglia, 3 stecche: 3,75€)
TOT: 11, 63 €

Insomma, se con questa dose riuscite a fare 8 pacchettini, contando 10 biscotti a testa, per ogni pacchettini spendereste circa 1,45€ a testa! Mi sembra un ottimo risultato, che ne dite? Certo, non ho calcolato il costo dell'impacchettamento, ma io per quello utilizzo gli "scarti" della carta da regalo avanzata, e la decoro a mano, così vien fuori pure qualcosa di altamente personalizzato :-) quindi, costo quasi nullo!
Poi per le decorazioni io utilizzo solitamente ciò che ho in casa, e vi invito a fare altrettanto :-)

Ciò che non deve assolutamente mancare, però, è la fantasia! Se avete quella, avete già fatto tutto il lavoro!

Insomma, io dopodomani inizio! Volete un'anteprima?! Eh?!
Allora, come di consueto: 
  •  le pastefrolle, con questa ricetta -per me, la migliore-
  • i Lemon Meltaways, presi da lei
  • i Chocolate Crinkles, presi invece da lei
Prometto poi di farveli vedere, intanto, se volete fare come me, le ricette ve le ho fornite, quindi... non vi resta altro che provare!

E allora...non mi rimane altro che dirvi...

Buone sfornate di biscotti, ragazze! :-)

domenica 11 dicembre 2011

Cuori di vaniglia

Succede sempre così: quando ti vietano qualcosa, non c’è cosa che porti maggior libidine dell’infrangere la regola. Nel caso in cui, poi, sia tu stessa a vietarti categoricamente di introdurre in bocca qualsiasi cibo che potrebbe essere assolutamente “dannoso” per quella che è –o dovrebbe ;-)- essere considerata dieta, bhe, ma allora…dove sta il problema?! Qualcuno aveva forse promesso di mantenerla, questa dieta?! Ma scherziii?!
Ma io dico, ma come si fa a resistere alla Signora delle Tentazioni, ovverosia quella malefica vocina che incessantemente ti dice “ma sì, dai dai, che un biscottino al burro profumato di vaniglia e limone te lo puoi mangiare, dai dai, è solo un innocente e candido biscottino al burro!!!” ma certo, che cavolo vuoi che sia un biscottino al burro?! Solamente un concentrato di calorie, grassi e zuccheri che, ammettilo, non smaltirai nemmeno con 72 ore di corsa ;-)
Ma…alla fine…se non si dà retta al fatto che: certo, non lo smaltisco nemmeno con 72 ore di corsa… ma, invece, si dà retta al fatto che: ok, sono a dieta, ma qualcuno aveva detto che sgarrare ogni tanto fa bene! …al fatto che: ho bisogno di zuccheri e grassi per scaldarmi, è una giornata tanto grigia e fredda! …al fatto che: giuro giuro giuro, mi fermo ad un biscotto solo! …al fatto che: tanto finora sono stata brava, è giunto il momento di concedersi qualche coccola!

Bhe…allora…

Che biscottino al burro sia!!!

Come avrete capito, l’altro giorno avevo una irreprensibile e accesa voglia di…biscotti al burro! Avvolti dal profumo inebriante e dolce della vaniglia, e resi un pizzico frizzanti dal profumo acidulo regalato da pochissima scorza di limone grattugiata, questi biscotti sono perfetti per accompagnare un thè caldo in compagnia delle amiche, sono sublimi anche per essere mangiati così, al nature, diventano invece eleganti se inzuppati in poco cioccolato fondente fuso –io non l’ho fatto sennò…mica mi fermavo ad un biscotto solo!- e, dato che siamo in periodo di regali mangerecci, sono perfetti per essere regalati se li fate a forma di alberello di natale, di pacco regalo, o di pupazzo di neve e se poi li abbellite con delle glasse colorate!

Questi biscotti, insomma, croccanti al punto giusto, non vi faranno di certo pentire per lo sgarro alla “dieta”….fateli!!! Perché, oltre al fatto che sono buonissimi, sono pure relativamente veloci.

Con questa ricetta partecipo al giveaway di “Arabafelice in cucina”: “Marthellati!”

Cuori di vaniglia



Ingredienti per circa 25 biscotti a forma di cuore:
150 g di burro di ottima qualità, freddo di frigo
125 g di zucchero semolato
210 g di farina 00
1 bacca di vaniglia
Una grattatina di scorza di limone non trattato

Procedimento:
in una ciotola, sbattete il burro freddo tagliato a pezzettini piccoli con lo zucchero, per almeno 5 minuti. Deve risultare una massa morbida e montata. Aggiungete i semini della bacca di vaniglia, incidendola a metà nel senso della lunghezza ed estraendo i semini con l’aiuto di un coltellino. E la buccia di limone –mi raccomando, ne basta proprio poca-. Mescolate bene e poi aggiungete anche la farina setacciata, formate una palla che poi avvolgerete in pellicola e lascerete riposare in frigo per un’oretta. Trascorso il tempo di riposo, riprendete la pasta, lavoratela poco, stendetela ad uno spessore di 1 cm, anche 1 cm e mezzo, e ritagliate i biscotti con le apposite formine, nel mio caso a forma di cuore. Adagiate i biscotti in una placca rivestita di carta forno e cuocere in forno caldo a 180° per 13 o 15 minuti, comunque fino a che i bordi saranno dorati.
Consumare preferibilmente a partire dal giorno dopo, sono molto più buoniiii ;-)

NOTE:
- Se preferite, potete omettere la scorza di limone grattugiata, io l’ho messa perché adoro il connubio vaniglia-limone!
- So che è tanta, ma non dimezzate o diminuite la dose di burro: sono sempre biscotti al burro, alla fine! E proprio questo regala una fragranza incredibile al biscotto!
- Come avete visto, la ricetta non presenta uova: quindi questi biscotti possono essere mangiati anche da chi ne è intollerante ;-)

giovedì 24 novembre 2011

Coffee chocolate rhum muffins

Era davvero tanto tempo che non sfornavo muffins, e, si sa, quando la voglia di dolce attacca…attacca in maniera proprio forte :-) quindi, mettiamola così…insomma ieri pomeriggio mi è saltata fuori una voglia strana…quella di fare muffins per la colazione, ooovviamenteee! Poteva essere una voglia al di fuori dell’ambito culinario secondo voi?! Hehehe ma che, scherziamo?!?! ;-)
Così, tanto ero pure annoiata, faceva freddo -la scusa di accendere il forno per scaldarsi è sempre valida, no?!- mooolto casualmente mi sono ritrovata a sfogliare il libro acquistato quest’estate per una somma sui tipo 6€, intitolato appunto “Muffin e dolcetti”edito da Gribaudo. Che adesso, sinceramente, ma voi lo prendereste mai un libro tutto su muffin per 6€??? No è che pensi, bhe 6€, ci saranno solo ricette all’altezza dei 6€, no????
E invece, care ragazze….noooo! il libro è validissimo, ci sono ricette davvero originali  corredate di foto davvero belle, e per di più è diviso per sezioni: muffin con frutta fresca o secca, con il cioccolato, per le occasioni speciali, semplici delizie, e…un occhio alla salute!!! Quindi, siiiiii, ci sono anche ricette –quasi- dietetiche :-) :-) :-)
Prima o poi le provo tutte, promesso!!!

Quindi, vi propongo questi muffin, buoni buoni, cioccolatosi quel tanto che basta, che sanno di caffè –e scusate se è poco, io la mattina mi sveglio solo con quello…muffin al caffè e caffè forte, che c’è di meglio??- e che profumano di Rhum e mandorla!!!
Non abbiate paura, che i sapori non si confondono assolutamente, sono ben equilibrati: per primo ti avvolge il cacao, per poi lasciare spazio al caffè che si mescola col Rhum e alla fine un piacevole aroma di mandorla sorprende il palato.


Ho apportato alcune variazioni rispetto alla ricetta originale, quindi sbarrate riporto le dosi originali!

COFFEE RHUM MUFFINS
Per 12 muffins, ingredienti:

225 g di farina 00  125 g di farina 00 e 100 g di farina integrale biologica
2 cucchiai rasi di cacao amaro in polvere
1 pizzico di sale
8 gr di lievito chimico
115 g   85 g di burro
150 gr di zucchero di canna
1 uovo
110 ml 150 ml di latte
1 cucchiaino di estratto naturale di mandorla
2 3 cucchiai di caffè forte
1 cucchiaio di caffè solubile istantaneo in polvere
1 cucchiaio di Rhum
55 g di cioccolato fondente
25 g di uvetta

per guarnire:
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di cacao amaro
1 cucchiaino di pimento

procedimento:
preriscaldate il forno, ventilato a 190°. in una ciotola capiente, mescolate le 2 farine, il cacao, il sale e il lievito. In un'altra ciotola lavorate il burro molto morbido con lo zucchero. Quando saranno amalgamati aggiungete l'uovo, i latte, l'estratto di mandorla, il Rhum, il caffè e per ultimo il caffè solubile. Unire, come di consueto, il composto liquindo a quello secco e mescolare, ma non troppo. Distribuite l'impasto in 12 pirottini riempiendoli per 2/3 e cospargete sopra di ognuno abbondante zucchero di canna, il cacao ed il pimento precedentemente mescolati, così formeranno una bella crosticina croccante.
infornare per 20 minuti.

Alla prossima muffin's recipe, che credo arriverà molto presto :-)

mercoledì 9 novembre 2011

Storia della mia prima crostata al cioccolato.

Va a finire sempre così.
Che le cose vengono fuori sempre all’ultimo.
E, se da una parte gli imprevisti mi divertono perché mi mettono addosso un’adrenalina ed un’euforia incredibili, dall’altra, quando l’imprevisto si identifica con un invito a cena dell’ultimo minuto e che, tra le altre cose, presuppone il fatto che sia ovviamente tu a dover portare il dolce, bhè, questo mi piace un po’ meno. Ma solo per il fatto che non so mai decidere quale dolce portare! Insomma, tutte le donne andrebbero in crisi perché non sanno assolutamente cosa mettere, mentre io…io sì, vado in crisi perché non so quale dolce portare ;-) infatti, nonostante abbia un faldone infinito di archivi di ricette di torte e di biscotti e di bavaresi e di crostate e bla bla bla che, o ho già provato, o o devo ancora provare. E quindi, data la mia totale disperazione con annesso cervello in pappa, per la scelta del così tanto declamato dolce mi affido a mio fratello –che non mangia mai i miei dolci-, a mio padre –che li mangia, ma ci trova sempre difetti :-)- e a mia madre –che mangia e tace, quindi acconsente haha J-. Questa volte i tre moschettieri avevano scelto una crostata al cioccolato…che??? Una crostata al cioccolato??? Ma la cena era a base di pesce!!! Ma, nonostante i miei suggerimenti, -ok., volevo proprio corromperli, perché, eccheccavolo, col pesce ce vo’ la crostata al limone o al limite all’arancia, o, ok, vi lascio passare pure il pompelmo, ma il cioccolato nooo!!!- loro volevano proprio una crostata al cioccolato. Alla mia domanda, se una crostata al cioccolato non fosse troppo un classico e pure monotono, loro mi rispondono: ma nooo, ma che scherziii??? –occhi stralunati: i dolci al cioccolato vanno sempre bene!!! Ok. Io mi arrendo, e vi faccio sta benedetta crostata al cioccolato, ma…aspetta n’attimo. Io non ho mai fatto una crostata al cioccolato!!! O-M-I-O-D-I-O!!!!

Quindi, mentre mi interrogavo sul perché andassi sempre ad impegolarmi su cose difficili, avevo già la soluzione in tasca. Mi ricordo infatti di una “Torta golosa al cioccolato” vista da lei: detto fatto, il tempo scrivere la ricetta e ho accontentato quei 3 scimmioni affamati di crostata al cioccolato che mi ritrovo in casa :-)

Questo è ciò che ne è uscito: al contrario delle mie previsioni, una crostata buonissima: la frolla morbida e leggermente saporita alla mandorla racchiude una ganache raffinatissima al cioccolato fondente (io consiglio di usare un 70, massimo 72% di cacao, lei invece consiglia un 68%). Se lasciata in frigo fino al momento di servire, il ripieno sarà leggermente più sodo, ma sciogliendosi comunque in un attimo appena mettete in bocca la fetta. Se invece preferite un dolce un tantino più morbide e scioglievole, tirate la torta fuori dal frigo circa un’oretta prima di servirla!
Peccaminosa ed assolutamente elegante e buona, ottima in entrambi i casi!

STORIA DI COME NASCE LA MIA PRIMA CROSTATA AL CIOCCOLATO :-)



Well, si inizia con un bel guscio di pasta frolla: si lavorano con una forchetta 150 gr di burro ammorbidito, il quale sarà ben felice di unirsi delicatamente ad un pizzico di sale, a 140 gr di zucchero a velo, alle mandorle, un 65 gr, ridotte in polvere: amalgamate bene il tutto, e poi unite 1 uovo e un tuorlo, incorporate, e poi tuffateci 100 gr di farina 00, incorporandola bene fino a che il composto sarà omogeneo: a questo punto uniteci altri 190 gr di farina 00 e formate una palla, che metterete in mezzo a 2 fogli di pellicola, la schiaccerete col mattarello fino a darle la forma di un disco, e che poi metterete in freezer fino a che si sarà indurita. Quando sarà pronta, la tirate fuori, la rimaneggiate un po’ e la stendete in una tortiera da crostata di 26-28 cm (vi avanzerà della frolla, fateci dei biscottini!!!), la rimetterete in freezer per mezz’ora. Nel frattempo riscaldate il forno a 160° ed infornate la tortiera per circa 20 o 25 minuti.
Ed ora via colla ganache! Portate ad ebollizione 250 ml di panna con un cucchiaio mooolto generoso di miele millefiori, mentre 350 gr di buon cioccolato fondente si staranno sciogliendo al microonde. Quindi, versiamo 1/3 della panna bollente sul cioccolato, mescoliamo bene benissimo, e poi aggiungiamo il resto della panna. Lasciamo intiepidire e poi ci buttiamo 50 gr di burro. Non assaggiatela, sennò ve la finite col cucchiaio!!! Ora, mi è balenata in testa un’idea: volevo aggiungerci un pizzichino di peperoncino in polvere…ma poi ho desistito. Se voi volete provare, fatelo! Io sono curiosissima ;-)
Ora, il guscio di frolla sarà freddo, per cui ci versate dentro questa meravigliosa ganache, livellate bene, e lasciate riposare in frigo per circa 6 ore.
Eventualmente potete decorarla, io ho fatto delle strisce con i rebbi della forchetta!

FATELA FATELA FATELA, perché, oltre ad essere stramegabuonissima, vi farà fare una stramega figurone! :-)

domenica 6 novembre 2011

Risotto alla zucca e Taleggio, profumato all'alloro

Cosa vi viene in mente se vi dico “zucca”? proviamo a fare un brainstorming:
-         autunno
-         arancione
-         risotto
-         gnocchi
-         vellutata
-         comfort food
-         etc etc :-)
bhe, vi dico la verità: io la zucca l’ho sempre snobbata! Non perché non mi piacesse, anzi: quando la vedevo esposta sul carro di legno dal mio fruttivendolo di fiducia, mi faceva sempre una gran voglia di acquistarla e provarla. Ma la mamma ha sempre declinato: è difficile da pulire,  non ci va il risotto, e scuse varie. E così non l’ho mai provata. Ma il fascino di acquistarla m’è sempre rimasto! Quest’anno mi sono quindi convinta a provarla e devo dire che m’è piaciuta davvero tanto, nonostante la mia “prima- volta –con- la- zucca” sia stata un vero disastro…essì perché volevo assolutamente assaggiare la vellutata ma, per circa 300 etti di zucca ho messo ben 1 cipolla intera, e, come potete immaginare, alla fine ho creato una vellutata di cipolla col leggero sentore di zucca :-9
quindi per la seconda sperimentazione zuccara ;-) ho cercato sapientemente di dosare in proporzioni giuste la cipolla, e sapete che ne è venuto fuori?! Un deliziosissimo risotto! Ora che sono una sfegatata zucca-fan, lol, ho un sacco di ricette in archivio che presto proverò e vi proporrò . intanto però vi beccate sto risottino niente male, e tra unpo’ arriva pure una favolosa crostata di cioccolato e mandorle super calorica, yuppiii :-)

ah, prima della ricetta, volevo specificare che io per questo risuttin ho usato una bella zucca violina che, secondo me e il mio fruttivendolo (si, forse è un po’ più esperto di me in materia di zucche, haha) è probabilmente la varietà più adatta, in quanto bella polposa e dolce. Nulla vi vieta comunque di usare il vostro tipo di zucca preferito.
Inoltre il risotto presenta l’utilizzo del Taleggio (la cui zona d'origine è la Val Taleggio, da cui deriva appunto il nome del formaggio, in provincia di Bergamo), che ha sapore dolce, con lievissima vena acidula, leggermente aromatico, e alle volte con retrogusto tartufato.
Una volta ho provato a sostituire il Taleggio con un Puzzone di Moena, formaggio con presidio Slow Food che si produce in Trentino Alto Adige, e, come si può intuire dal nome, il Puzzone si caratterizza infatti per la personalità aromatica e dal leggero sentore di nocciola. In tutta sincerità, ho preferito la versione col Taleggio, in quanto il risotto assume un sapore più delicato, risaltando quindi il sapore della zucca.

Passiamo ora alla ricetta: un risotto cremoso e ricco, scioglievole. Spicca al palato, alla fine, il gusto del taleggio. Il profumo leggero dell’alloro, piacevole, contrasta leggermente col sapore dolce della zucca, facendo da cornice a questo raffinato e gustoso risotto.

Risotto alla zucca e Taleggio, profumato all'alloro



Ingredienti, per 4 persone:

zucca, già pulìta e tagliata a cubetti, 400 gr
cipolla bianca, mezza
olio extra vergine d’oliva, 2 cucchiai
vino bianco da tavolo, 1 bicchiere
riso –io carnaroli-, 350 gr
Taleggio, 150 gr
Sale & pepe
Alloro, 1 foglia, più 4 che serviranno poi per la decorazione dei piatti

Procedimento, abbastanza semplice e veloce:
sbollentate la zucca in una pentola d’acqua salata, per 5 minuti, poi scolatela tenendo da parte l’acqua di cottura della zucca!!! Frullate la zucca col minipimer o un mixer ottenendo una purea. In una pentola, fate soffriggere la cipolla tagliata a velo con l’olio. Quando sarà appassita, aggiungete il vino bianco, fate sfumare ed aggiungete il riso, facendolo tostare. Dopo un po’, insomma regolatevi, aggiungete tanta acqua di cottura della zucca quanto serve per cuocere il riso ed aggiungete anche la purea di zucca. Quando il riso sarà quasi cotto, aggiungete la foglia d’alloro e, quando il riso sarà cotto, spegnete il fuoco, tuffateci il Taleggio tagliato a cubetti, pepe, e serve aggiustate di sale. Mescolate bene affinchè il taleggio si fonda, quindi impiattate.
Adagiate su ogni piatto una foglia d’alloro e del grana a piccolo scaglie.

Buon appetito!

martedì 1 novembre 2011

Sono tornata...con le fave Triestine!

Ebbene sì, è da agosto che non pubblico nulla. Non che in tutto questo tempo -3 mesi, lol- non abbia cucinato niente (ma vi pare possibile? Naaaaaaaaaaa), piuttosto sarebbe oppurtuno dire che sì, ho cucinato scemenze J perché il tempo è sempre quello che è, e tra la scuola che non mi lascia granchè tempo libero, tra il fatto che pure io ho una vita sociale da dover in qualche modo coltivare, tanto per non ritrovarmi come una vecchia zitella acida, tra la vacanza (essì, una stupendissimissima settimana passata in Sicilia, tra le zone di Palermo e Trapani, di cui vi parlerò in seguito con un bel reportage) resami necessaria per non diventare una pazza sclerotica che si sveglia alle 4 di notte, urlante peggio di un neonato, soltanto perché ha sognato che un esercito di fenicotteri la sbranava viva…bhe, dicevo, di tempo per cucinare cose serie davvero non ne ho avuto molto J

Proprio l’altro ieri, però, dato che alla fin fine questo è sempre il ponte di Ognissanti, qualcosa la dovevo pur fare! E così mi è tornata alla mente l’immagine delle vetrine delle pasticcerie di Venezia, dove fanno bella mostra di sé delle confezioni contenenti tanti dolcetti rotondi, tradizionalmente di color cioccolato, rosa o bianco, così bellini e simpatici, che sono le Fave Triestine. Prendono appunto il nome della città che rivendica la “paternità” di questa variante delle Fave dei morti , Trieste appunto. Ma perché proprio dei morti? La tradizione vuole che si consumino il 2 novembre, in sostituzione degli omonimi legumi, come offerta ai defunti.


Composti da farina di mandorle, zucchero ed albumi, questi dolcini vengono solitamente aromatizzati all’acqua di rosa bulgara –in tal caso arricchiti di poco alchermes per donare il caratteristico colore rosa-, al cacao, e quindi di color cioccolato, ed infine alla vaniglia, di color bianco.

Nel complesso la preparazione non è difficile, anzi. Il punto critico credo stia soprattutto nella cottura delle Fave: difatti, i dolci non devono cuocere, ma solamente asciugarsi, in modo che formino un guscio croccante, ma un interno scioglievole. Stiate quindi attenti al tempo, miei cari, non vorreste ritrovarvi con delle fave di marmo, vero? J


Ingredienti:
250 gr di farina di mandorle (mandorle al 100%!!!)
130 gr di farina 00
200 gr di zucchero semolato
3 albumi grandi
1 pizzichino di sale

+
Acqua di rosa bulgara e alchermes, per le fave alla rosa
Cacao amaro, per le fave al cioccolato
I semini di ½ bacca di vaniglia del Madagascar, per le fave alla vaniglia

Procediemento:
in una ciotola capiente lavorate la farina di mandorle, la farina 00, lo zucchero, il sale. Aggiungete un albume alla volta, amalgamandolo con le mani, fino ad ottenere un impasto abbastanza compatto, un po’ appiccicoso. Quindi dividete l’impasto in 3 ciotole, ed aggiungere alla prima un cucchiaio di acqua di rosa e l’alchermes, alla seconda 2 cucchiai di cacao ed alla terza la vaniglia. Formate delle palline della grandezza di una noce più o meno e schiaffatele in forno a 80° per circa un’ora e mezza, anche 2 se lo ritenete necessario.

NOTE:
-         le mie le ho aromatizzate al cacao, alla vaniglia e, anziché alla rosa, al pistacchio. Per quest’ultime ho semplicemente aggiunto all’impasto circa 15 o 20 gr di pasta di mandorla al pistacchio presa, ovviamente, in Sicily: ottimi!


-         Una delucidazione sulla farine di mandorle è doverosa! Io consiglio vivamente di acquistare quella già pronta, per il semplice motivo che non otterreste lo stesso risultato se vi mettete a macinare le mandorle col mixer. Ma, dato che la farina è piuttosto cara – io 500 gr li ho pagati 6 euro, sempre in Sicilia…ma sono sicura che erano SOLO mandorle- se proprio non riuscite a reperirla, abbiate l’accortezza di macinare le mandorle con la funzione pulse del mixer J

A presto con altre ricettine autunnali :-)

lunedì 8 agosto 2011

Biscotti con cioccolato bianco, mandorle e limone

E' da anni che so dell'esistenza della Caprese bianca con cioccolato, mandorle e limone, ma, non chiedetemi il motivo, l'ho sempre snobbata :-)
forse perchè ho sempre pensato che cioccolato e limone non andassero d'accordo...

Quest'inverno:
Stadio comunale, sono sugli spalti ad assistere -più o meno- alla partita di calcio del mio fratellino. Mentre guardo, ovviamente parlo con la mamma di un amico di Lollo. Mi parla della torta che ha preparato qualche giorno fa, la famosa Caprese al cioccolato bianco, limone e mandorle. Le sorrido per farle capire che ne avrei apprezzata una fetta, hahaha!!! ma lei sembra non capire. Eccheccavolo, mi stuzzica l'idea, ma non riesco ad immaginare il sapore. Lo so, significa che è meglio se non la faccio... :-)

7 giorni fa:
Giro un po' in rete...ma cosa mai mi capita sotto gli occhi: la caprese bianca! Mi ricorda qualcosa... cavolo, si, adesso ricordo...quest'inverno...limone e cioccolato bianco...! Aspetta un attimo, ho detto limone e cioccolato bianco?! Cavolo! Limone e cioccolato bianco, sa d'estate!!!
Avevo voglia di biscottare...ma al limone e cioccolato bianco e mandorle c'era solo la torta, mica i biscotti :-( e mo che faccio?! ma ovvio! MI INVENTO....

I BISCOTTI CAPRESE AL CIOCCOLATO BIANCO, LIMONE E MANDORLE!



Ingredienti per 15 biscotti:
230 gr di farina 00
80 gr di zucchero bianco
100 gr di burro
1 uovo
100 gr di cioccolato bianco
1 limone, scorza + 2 cucchiai di succo
mandorle senza pelle, 15 intere

Procedimento:
Prendete il limone non trattato, mi raccomando!!! dal frigo, lavatelo, grattuggiate la buccia e spremetelo, mettete tutto da parte. In una ciotola montate a  crema il burro a pezzetti leggermente morbido con lo zucchero e la scorza grattata di limone, quandoi è spumoso aggiungete piano il succo di limone e l'uovo, amalgamate bene! Aggiungere la farina, amalgamare, e quando il composto sarà "sbricioloso" aggiungere il cioccolato bianco tagliato a quadratini piccoli, che, fino adesso sarà stato in frigo, sennò col caldo vi si scioglie in mano :-)
appallottolate e via in frigo per qualche ora.
passato il tempo, senza scaldare troppo l'impasto, fate delle palline poco più grandi di una noce, pigiate poco col dito sul centro, spiaccicateci sopra una mandorla e adagietele su una teglia, e via in forno a 180 gradi per...25 minuti, attenti che rimangono bianchi :-)

NOTE:
- sono molto molto molto burrosi...se siete a dieta, non fateliiiii!

martedì 2 agosto 2011

di pasta, tonno, olive e pomodorini...how beautiful is family

Ho sempre pensato che un pranzo non possa essere definito tale se non presenti come primo piatto la pasta. Pure in bianco, che tanto è bona lo stesso ;-)
La pasta, infatti, è la cosa che mi ricollega di più la mia famiglia. Mio padre infatti, -ma come del resto il mio nonno materno-, sostiene fermamente che a pranzo si debba mangiare ognissantoggiorno la pastasciutta, sia d’estate che in inverno, sia a Natale come a ferragosto. È intransigente su questo. Se mia mamma prepara i tortelli o il risotto, lui si fa la pasta. Se la pasta è in bianco, lui se la condisce col sugo di pomodoro, direttamente dal frigo al piatto (non lo trovate schifoso? Io si!). Ovviamente c’erano delle ferree regole anche sull’orario in cui si doveva mangiare la pasta, ma specialmente quello a cui teneva di più papà –anzi, tiene- è la quantità di pasta per porzione. Lui ne calcolava esattamente 70 grammi a testa, se voleva fare le cose in grande invece, 75 grammi ;-), che si dovevano consumare intorno alle 13, o 13 e mezza. Sempre meglio del nonno, tuttavia, che se alle 12:30 il pasto non era in tavola, diventava iracondo nei confronti della nonna, la quale, stanca di mangiare così presto, lo ammoniva col mestolo! Sono bei ricordi, che mi piace tener vivi. Mi sono accorta in questo ultimo periodo che la mia famiglia non vanta così tante tradizioni familiari, tipo il pranzo della domenica, oppure cibi destinati ad essere consumati e preparati per un preciso giorno di festa. Forse l’unico che ho è il rito di preparazione dei Frati, un dolce tipico Sardo che si prepara durante il periodo di carnevale: sono delle ciambelline di pasta lievitata profumata di Rhum, arancio e vaniglia,  che vengono poi fritte dopo un riposo di 24 ore. Ogni anno la mia nonna paterna le prepara –quest’anno ha saltato, causa braccio rotto-, però non lo sento come una tradizione, probabilmente perché non li ho mai preparati assieme a lei, nonostante lo abbia sempre desiderato. Mi rifarò di certo il prossimo carnevale, non vorrei che la nonna se ne andasse senza che mi abbia insegnato come si fanno.
Insomma, se qualcuno mi chiedesse: una parola che descriva la tua famiglia, io direi “pasta”!!!. Ogni giorno cerco di inventarmi un condimento diverso, perché le cose sempre uguali non piacciono per niente, e, dopo vari esperimenti –alcuni buoni, altri decisamente no- sono giunta alla conclusione che quella che vi propongo oggi è la pasta che finora mi piace di più, seguita da quella alla crema di gorgonzola che vi racconto un altro giorno.
I miei,  specialmente mio papà, a tavola non fanno mai troppi complimenti, anzi. Se un piatto mi è uscito davvero buono e ben fatto, sia alla vista che al palato , mio papà si limita a dire: “buono!”; il che, tradotto per chi non conosce Sergio, significa: “questo piatto è veramente buonissimo!!!”. Ovviamente, questa pasta è stata segnalata come “buona!”

Pasta al ragù mediterraneo di tonno


Ingredienti per ¾ persone:

Spaghetti (io calcolo 80 gr a testa)
Tonno fresco a pezzetti, 300 gr
Pomodorini ciliegia maturi, 300 gr circa
Olive nere tostate col nocciolo, circa una decina
Poco scalogno
Uno spicchio d’aglio
Un peperoncino essicato
Vino bianco, circa mezzo bicchiere
Prezzemolo q.b.
Olio evo
Sale & pepe

Preparazione:
Mentre cuocete la pasta in acqua salata, in padella fate soffriggere in olio caldo lo scalogno,  lo spicchio d’aglio col peperoncino; aggiungete poi il tonno e cuocete per 10 minuti. Sfumate col vino bianco, aggiungete i pomodorini lavati a tagliati in quarti, fate cuocere a fuoco vivace per 5 minuti, poi aggiungere le olive a pezzi (denocciolate ovviamente!) e il prezzemolo, far andare ancora un po’ e condire con prezzemolo, sale e pepe. A questo punto togliete lo spicchio d’aglio e anche il peperoncino! Scolate la pasta tenendo un po’ d’acqua di cottura da parte e buttatela in padella col sugo, girate bene aiutandovi con l’acqua di cottura della pasta e servite.

NOTE:
- per chi volesse rendere la ricetta più leggera, potrebbe evitare il soffritto cuocendo direttamente il tonno con poco olio, scalogno, aglio e peperoncino ed inoltre sostituendo il vino bianco con poca acqua. Ovviamente perde molto in fatto di gusto!
- essendo una pasta con un condimento non troppo aggressivo, anzi, piuttosto delicato, le olive ce vogliono assolutamente tostate e col nocciolo, che je dà moooolto più gusto! E il tonno, bhè, quello fresco di pescheria  sarebbe da preferire, ma se non ne avete la possibilità....usate quello in scatola, sott'olio, in questo caso ne bastano 150 gr.

mercoledì 6 luglio 2011

Crostata di ciliegie al profumo di mandorla e cannella

Nello scorso post, avrete visto, non sono stata di molte parole! Ecche ve devo dì, le parole le ho lasciate tutte per questa splendida crostata!!! ;-)
Mai come quest’anno, vi dicevo, ho apprezzato quei golosi e tentatrici frutti rossi, così tondi e perfetti, polposi, invitanti…insomma, le ciliegie quest’anno mi hanno proprio conquistata.
E siccome la frutta, fresca, dopo un po’ mi rompo di mangiarla “al nature”, oppure tuffata nello yogurth bianco come pranzo o cena leggera, sento quasi il bisogno di…cucinarla sottoforma di qualcosa di molto calorico e, tanto per dire, dolce :-))

Ho cercato tante ricette di crostate con le ciliegie, ma nessuna mi soddisfala…così capitata su un blog di cucina, l’ho trovata!!!
La ricetta l’ho scovata appunto su un blog di cucina, che a sua volta l’aveva presa dalla rivista “sale & pepe”. Ho modificato proprio due mezze virgole, dato che c’era qualcosa che non mi tornava: il guscio, di cui ho modificato la dose di farina (280 gr di farina e 180 gr di burro non andavano d’accordo ;-)), poi ho aggiunto la cannella al ripieno, dà un sapore ed un gusto formidabile! E per finire ho ridotto di 10 gr la dose di zucchero del ripieno…a parer mio era molto dolce lo stesso!
Non lasciatevi ingannare dal guscio non zuccherato, con la dolcezza del ripieno è semplicemente perfetto. Non aggiungetevi nemmeno il lievito, o comprometterete la incredibile friabilità della pasta!
Ultimo accorgimento: le mandorle lasciatele a pezzetti, che è favoloso sentirle sotto i denti, in contrasto con le ciliegie che saranno diventate molli :-)

Crostata di ciliegie al profumo di mandorla e cannella


Per il guscio:
312 gr di farina 00
180 gr di burro
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di sale
Acqua ghiacciata, 4/5 cucchiai

Per la farcia:
ciliegie mature, circa 550 / 600 gr, peso col nocciolo
150 gr di zucchero semolato
 80 gr di mandorle con la pelle
30 gr di fecola di patate
1 cucchiaino di cannella in polvere

Preparare prima il guscio: setacciare la farina con lo zucchero e il sale, aggiungere il burro freddissimo a pezzettini ed iniziare a sfregolarlo con la farina con la punta delle dita; quando il tutto sarà farinoso, iniziare a formare una panetto aiutandovi con l’acqua, avendo l’accortezza di usarne un cucchiaio alla volta, e, soprattutto, di non impastare troppo!!! Riporre in frigo per qualche ora.
Prepariamo il ripieno: lavare le ciliegie, denocciolarle a tagliarne ognuna a metà. Frullare lo zucchero con la cannella, l’amido e le mandorle: unire le ciliegie a pezzi e mescolare bene.
Confezionare la torta:  foderare uno stampo da 24 cm. con la frolla (io consiglio di stenderla fredda di frigo, piuttosto sottile, con le mani ,su un foglio di carta forno, e poi adagiarlo direttamente sulla tortiera, non usate il mattarello o il burro si scioglie!!!), tenendo i bordi piuttosto alti e tenendone da parte un pezzo per fare le strisce da decorazione, quindi versare all’interno del guscio il composto di ciliegie, e per finire decorare con qualche striscia di frolla come decoro.
In forno preriscaldato a 200° per 45 / 50 minuti!


venerdì 1 luglio 2011

Lemon cherry muffins

In questo periodo ho una folle ossessione per ciliegie e pesche!



Ma dopotutto, ho anche una folle ossessione per i muffins...



Provate a fare 2+2...cosa ne esce? Muffins con le ciliegie, of course!
Aromatizzati al limone, sono una super delizia! E sono anche leggeri :-)



Ingredienti:
280 gr di farina 00
190 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito
1/2 cucchiaino di bicarbonato
250 ml di latte
90 ml di olio di semi
1 uovo
1 limone, buccia grattuggiata + succo
ciliegie, circa 200 gr

Procedimento:
Solito classico. In una ciotola mescolare gli ingredienti secchi, in un'altra quelli liquidi. Aggiungere gli ingredienti liquidi a quelli secchi, mescolare velocemente (l'impasto deve essere grumoso!), lavare e denocciolare le ciliegie, tagliarle a pezzi grossi ed aggiungerle all'impasto. Rimescolare, ma poco. Accendere il forno sui 190°, trasferire l'impasto in dei pirottini (circa 18, se come quelli in foto) ed infornare per 25-30 minuti.

giovedì 16 giugno 2011

Muffins al grano saraceno, carota e mela

Dopo aver partecipato al concorso de “La ciliegina sulla torta”, mi sono venute in mente un sacco di ricette che avrei potuto proporre per l’orA del thè. In particolare, mi è tornata alla mente una ricetta, provata tantissimi anni fa, di muffin: quale miglior dolcetto può rappresentare questa rilassante ora?! Per il concorso avevo proposto questi biscottini (che erano davvero buoni!), ma chissà perché, sapevo che non avrei mai potuto vincere, nonostante non era la vincita ciò che mi interessava, ma piuttosto il partecipare ad un concorso culinario assaporando l’euforia che questo mi trasmetteva. Dicevo, sapevo che ci voleva qualcosa in più… in questo periodo però, sono stata assalita da una anomala voglia di mangiare più sano -non proprio di mettermi a dieta-, ma direi quasi che sento la necessità di “sentirmi più leggera”: è per questo motivo che al panificio compro solo pane integrale, come la pasta, ho eliminato il caffè dalla mia quotidianità e mi sono imposta di mangiare più frutta e verdura. E’ sulla scia di questo desiderio quindi, ovvero “mangiare meglio e naturale” che ho ritrovato la ricetta di cui parlavo sopra, quella dei Muffins al grano saraceno, zucchero di canna, carote e mela! Sono dei muffins davvero strepitosi, genuini e –più o meno- sani, ovviamente nei limiti in cui un dolce può esserlo ;-)
Il sapore è unico, è un dolcetto che sa di casa, di buono, di semplice e di sano. E’ perfetto per la colazione, per la merenda dei bambini, è buono sempre!
L’esecuzione è quella classica e veloce, ovvero ingredienti secchi una ciotola, liquidi in un’altra, e ingredienti a pezzi in un’altra ancora, che poi si mescoleranno tutti assieme.

Vi consiglio veramente di provarli, sono buonissimi!



Ingredienti per 18 muffins:
130 gr di farina 00
130 gr di farina di grano saraceno bio
200 gr di zucchero di canna bio
300 gr di carote grattuggiate bio
1 mela grattugiata bio
3 uova
180 ml di olio di semi
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di lievito chimico in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato

Procedimento:
In una ciotola mischiare tutti gli ingredienti secchi (le farine,  zucchero, cannella, sale, lievito, bicarbonato), in un’altra mischiare gli ingredienti liquidi (uova, olio), e in un’altra ancora raccogliere le carote e la mela grattugiate. Versare i liquidi sulla ciotola degli ingredienti secchi, amalgamare velocemente con un cucchiaio, e poi aggiungere le carote e la mela, mescolare finchè le carote e la mela si saranno amalgamate. Versare un po’ di impasto nei pirottini senza raggiungere il bordo, e via in forno preriscaldato a 180° per 20 / 25 minuti! Quando saranno cotti, lasciarli freddare un po’ in forno spento con lo sportello aperto per non farli afflosciare subito, e poi metterli su una gratella per farli raffreddare per bene.

NOTE:
-          al posto della farina di grano saraceno, mi ricordo di averli provati anche quella integrale: molto meglio però con quella di grano saraceno!
-          Io la mela l’ho messa a pezzettini anche se la ricetta prevedeva di grattugiarla: voi mettetela come meglio credete :-)

domenica 5 giugno 2011

Il primo contest e i Biscotti al limone e Zenzero

L’autunno e l’inverno sono per molti versi le mie stagioni preferite. In autunno mi affascina vedere l’asfalto nero delle strade coperto per lo di più da foglie rosse, gialle ed arancioni; amo l’arrivo del piumone sul mio letto, perfetto per fare –e farsi fare, of corse- un po’ di coccole al tepore; gioisco al pensare che finalmente potrò gustare la vellutata di zucca che sa veramente di zucca, le castagne, e tutti quei dolci ricchi, leggasi comfort food, che mangiarli d’estate sarebbe davvero impensabile; anche il mare m’affascina indubbiamente di più d’autunno –ma anche d’inverno- quando la spiaggia è desolata, l’acqua gelida, e il cielo spesso e volentieri grigio: dalla finestra del salotto posso ammirarlo, quel mare scuro e arrabbiato e alquanto tristemente inquinato, e percepisco dentro di me una forza incredibile: è proprio vero che chi nasce al mare, il mare se lo porta dentro di sé ovunque vada!
Dell’inverno amo praticamente ogni cosa, tranne le piogge incessanti, soprattutto la mattina, quando alle 6:35 metto il piede fuori dell’uscio di casa per avviarmi verso la stazione dell’autobus e anacronisticamente mi ritrovo le lenti degli occhiali piene di goccioline d’acqua. La cosa a cui non rinuncerei mai e poi mai d’inverno è la stufetta: santo subito colui che l’ha inventata! Ma se c’è qualcosa che amo più di tutte le altre cose, che è al di sopra di tutto (perfino del cioccolato), che se non c’è mi sento male, è il thè caldo: ogni pomeriggio, alle 5:30 pm, il mio appuntamento prediletto è al tavolino di vetro in salotto, comodamente distesa sul divano, davanti alla televisione, dove gusto qualche prezioso infuso, ogni volta diverso. Ovviamente non può mancare qualche piccolo pasticcino per l’accompagnamento! Biscotti, piccole torte, crostatine: qualsiasi cosa è buona, basta sia fatta con le mie mani. Non è una mania, ma una questione di principio: l’ora del thè è un’ora solo mia, un’ora ritagliata tra tantissimi impegni, e dev’essere un’ora spesa non bene, di più! E’ qualcosa di magico, che ovviamente passa attraverso le stagioni: è buono sempre, come d'estate (magari gustato freddo con ghiaccio e menta) e  d'inverno!
Voi ditemi se c’è qualcosa di più prezioso, rilassante, rigenerante, depurativo –per la mente ed il corpo- ed “amichevole” di una tazza di thè: se lo trovate, vi prometto che vado sulla luna :-)


Questi biscotti li preparo spesso per la mia ora del thè, sono abbastanza semplici, ed hanno un gusto molto particolare: lo zenzero e il limone si sentono molto e si compensano alla perfezione: un connubio davvero perfetto ed intrigante!
E' questi infatti che mi ha spinta a partecipare al contest indetto da “La ciliegina sulla torta” : E’ sempre l’ora del tè!. Complice questa accattivante iniziativa, ho 2+2 e il risultato è stato questo!

A questi biscotti consiglio di abbinare un thè verde aromatizzato allo zenzero: è il mio preferito!

Biscotti al limone e Zenzero






INGREDIENTI
Per la frolla:
220 g di farina 00;
30 g di farina di mais fina –fioretto-;
150 gr burro morbido di ottima qualità;
75 gr di zucchero a velo;
25 gr di Zenzero candito grattugiato;
1 uovo medio;
1 limone e mezzo, abbastanza grande: la buccia grattugiata;
3 gr di lievito chimico in polvere;
un pizzico di sale

Per la glassa:
80 gr di zucchero a velo;
5 cucchiaini da caffè di succo di limone

Preparazione:
Prima di tutto si prepara la frolla: si lavora con una forchetta il burro a pomata con lo zucchero, la buccia del limone e lo Zenzero candito e grattugiato. Quando il tutto diventerà una crema liscia, si aggiunge l’uovo, precedentemente sbattuto, lo si amalgama molto bene, si aggiunge anche il sale, e si unisono le due farine setacciate con il lievito. Si forma una palla che andrà a riposare in frigorifero per almeno 2 o 3 ore. E’ importante il passaggio in frigo, affinché i sapori si fondano per bene e il burro si compatti per conferire ai biscotti una friabilità eccezionale.  Passato il tempo di riposo, si riprende l’impasto, lo si lavora pochissimo con le punta delle dita per renderlo elastico, lo si stende ad uno spessore di circa 0,5 cm ritagliandolo della forma preferita e si infornano i biscotti ottenuti, in forno già caldo, a 200° per 10 minuti, non di più! I biscotti dovranno rimanere bianchi in superficie.
Mentre i biscotti cuociono, si prepara la glassa: in una tazza, si setaccia lo zucchero a velo aggiungendo il succo del limone –sarebbe meglio filtrato- e si mescola energicamente per non formare grumi. A piacere si può aggiungere pochissimo zenzero; io sono solita non metterlo, dato che è già abbastanza percettibile nei biscotti.
Quando i biscotti saranno stati sfornati e raffreddati su di una gratella, si procede a decorarli con la glassa. Consiglio vivamente di usare la glassa, avranno un sapore di limone abbastanza pungente, che piacerà senza dubbio agli amanti di quest’ultimo.
Si può procedere quindi alla decorazione del biscotto: a piacere si possono usare dei piccoli pezzettini di zenzero candito, delle scorzette di limone candite, o anche al naturale, oppure entrambi insieme!