lunedì 31 dicembre 2012

Tartufini di cioccolato al sale

Come da tradizione (era successo anche 2 anni fa, ndr) vi lascio con una ricettina facile e carina per concludere quest’anno con un po’ di dolcezza ;-)
2 anni fa vi avevo lasciati con una ricetta di tartufi buoni buoni, quest’anno replico, anche se i tartufi in questione sono diversi: più compatti e raffinati, se vogliamo, leggermente salati, che si sa, il connubio cioccolato-sale quest’anno ci è piaciuto particolarmente (ve li ricordate questi biscotti, vero? Sono divini!).
Se li volete fare per il vostro cenone di stasera, susu, siete ancora in tempo!

Intanto io vi faccio tanti tanti auguri, senza frasi strappalacrime che tanto a me mica piacciono, e pure senza fare tanti bilanci, che tanto sono inutili…meglio spremerla per bene e viverla davvero, la vita, piuttosto che passarla a rimuginare su quello che si è fatto.
Quindi, vi dico solo questo: DIVERTITEVI! BUON 2013 RAGAZZI!


TARTUFINI DI CIOCCOLATO AL SALE





Ingredienti, per una 30ina di tartufini

300 g di cioccolato fondente al 60% minimo
200 g di cioccolato al latte finissimo
200 g di panna fresca
25 g di burro
½ cucchiaino di Fleur de Sel

Procedimento:

tritare a coltello i cioccolati, abbastanza finemente, e riporlo in una ciotola capiente.
Portare ad ebollizione la panna col burro ed il sale, e mescolare bene.
Versare la panna bollente sul cioccolato, coprire con un piatto senza minimamente mescolare e lasciar riposare per 5 minuti. Togliere il piatto e solo ora mescolare bene con un cucchiaio amalgamando tutto per bene. Lasciar quindi raffreddare il composto, e quando sarà freddo riporlo in frigo coperto di pellicola per circa 3 ore, o anche tutta la notte, l’importante è che la ganache si sia ben rassodata e compattata. Quando lo tirerete fuori dal frigo, il composto sarà abbastanza duro: lasciatelo un po’ a temperatura ambiente fintanto che riuscirete a prelevare con un cucchiaio una piccola quantità di composto a cui darete la forma di una pallina con le mani. Trucchetto: per non appiccicarvi le mani di cioccolato, strofinatevi i palmi con dello zucchero a velo! Funziona! Procedete quindi così fino a finire il composto, i tartufini non devono necessariamente essere tutti uguali, e la forma non necessariamente perfettamente tonda! Riponeteli su un vassoio e lasciateli rassodare in frigo per altri 30 minuti, dopodiché rotolateli per bene nel cacao amaro e riporre in frigo fino al momento di servirli.

NOTE:
- se vi attizza l’idea, potete rivestire i vostri tartufi anche con della granella di mandorle, nocciole, o pistacchi.

sabato 29 dicembre 2012

I Pagnuttielli! Meglio conosciuti come i panini napoletani...

Allora? Come le state passando le vacanze? Io benissimo direi, dormo quasi tutto il giorno :-) a parte dormire, poi, cucino anche! l'altro giorno, presa dalla voglia di impastare, ho fatto questi!

I panini napoletani (in gergo: Pagnuttielli) sono degli involtini di pasta (generalmente da pizza) ripieni di salumi e formaggi. Solitamente per il ripieno molti napoletani usano i cicoli, (http://it.wikipedia.org/wiki/Ciccioli), ma altrettanti preferiscono utilizzare un mix di salumi tipo mortadella, prosciutto, pancetta, salame napoletano etc, come formaggi invece si spazia dal provolone alla mozzarella alla scamorza…c’è chi aggiunge anche del grana, e chi no…insomma, come per tutte le altre ricette della tradizione, ogni famiglia ha la sua che segue secondo il proprio gusto. Una cosa è certa: a Napoli e dintorni il panino napoletano è il protagonista assoluto della rosticceria partenopea ed è famoso quasi quanto la pizza.
Premettiamo che io a Napoli non ci sono mai stata, ma mi piacerebbe tanto andarci. Questi panini però ho avuto la fortuna di assaggiarli a casa di una mia amica, che ha la mamma napoletana doc. Inutile dire quanto poco tempo ci abbia messo per assaggiarli, innamorarmene ed implorare la ricetta :-)

Sono buonissimi, gustosi e sofficissimi…di certo non sono molto leggeri, tanto che secondo me potrebbero benissimo sostituire un pranzo per un pic-nic o una gita fuori porta. Amatissimi dai bambini, non sono per niente difficili da fare, richiedono solo un o’ di tempo per la lievitazione della pasta, nulla di più! Se li fate, non vi faranno fare brutta figura nel caso va capiti in casa qualcuno per farvi gli auguri, cosa mooolto frequente dalle mie parti in questo periodo ;-)

PAGNUTTIELLI, o panini napoletani




Ingredienti, per 10 panini:

400 g di farina 0
100 ml di acqua
100 ml di latte
4 g di lievito di birra secco oppure 12 g di lievito di birra fresco
2 cucchiaini rasi di zucchero
1 cucchiaino di sale
2 cucchiai d’olio evo
Pepe qb

100 g di pancetta affumicata a cubetti
80 g di prosciutto cotto a cubetti, o in alternativa in una fetta spessa e poi tagliato a pezzi
150 g di provolone piccante
Una spolverata di grana grattugiato

Procedimento:

In una ciotola versate la farina, il lievito secco e lo zucchero e miscelare bene. Fare il buco al centro e versarvi il latte e l’acqua, iniziando ad impastare fino ad ottenere una palla. Aggiungete il sale, l’olio e il pepe e continuare ad impastare finchè otterrete un impasto liscio ed elastico che metterete a riposare per un oretta coperto con un canovaccio pulito.
Nel mentre preparare il ripieno: tagliare a cubetti piccoli il formaggio ed il prosciutto.
Quando l’impasto sarà pronto, infarinare leggermente una spianatoia e stendere l’impasto in un rettangolo, ad uno spessore di circa 3 mm. Stendervi sopra prima il prosciutto, la pancetta, il provolone ed il grana, facendo una leggera pressione sul ripieno perché si attacchi bene alla pasta. Avvolgere su sé stessa la pasta dal lato della lunghezza fino a formare un salame, ma non troppo stretto. Tagliare il salame in 10 pezzi, ognuno deve essere circa di 3 dita.
Foderare una teglia di carta forno e metterci sopra i panini ben distanziati tra loro.
Far lievitare altre 2 ore.
Prima di infornare, spennellare ciascun panino con poco olio e cuocere a 180°C per circa 20-25 minuti, comunque fino a doratura.

NOTE:
- per i salumi e il formaggio potete benissimo mettere quelli che più preferite!
- nel caso utilizzaste il lievito di birrafresco, fatelo sciogliere nell'acqua e nel latte mischiati  assieme, e poi aggiungetelo alla farina e agli altri ingredienti, procedendo come da ricetta.

mercoledì 12 dicembre 2012

Tempo di Natale...tempo di Lebkuchen!

Oggi è una giornata un po’ strana. Dati i preamboli, si preannunciava come la tipica giornata no, quelle che appena ti svegli la mattina pensi: “nooo, non ce la posso fareee, nooo”. Su 5 ore di scuola, 4 erano interrogazioni, ed io ero una più che possibile preda per i professori affamati di voti. Ieri sono tornata da scuola alle 6, dopo aver assistito ad una conferenza sul rapporto tra architettura e filosofia tenuta dall’architetto-professore Renato Rizzi (che non mi ha fatto questa buona impressione che auspicavo, invece, da un pluripremiato architetto-filosofo). Quindi dopo aver studiato arte, Dante, fisica e greco fino quassi a mezzanotte, mi sono naturalmente addormentata con i libri tra le mani. Diversamente dalle mie aspettative, invece, oggi è andato tutto -o quasi- bene. L’8 in arte me lo sono davvero gustato per bene, perché non ci speravo proprio. L’humanitas del prof di fisica che, rendendosi conto del fatto che eravamo imbottiti di interrogazioni come un tacchino nel giorno del Thanksgiving, ha rimandato la sua, è stata una piacevole sorpresa e sono stata ben felice di ringraziarlo. La prof di italiano invece non se lo merita proprio d’essere ringraziata, ma questa è un’altra storia. Greco è andato meglio di quanto mi aspettassi. Fra una lezione a l’atra sono pure riuscita a fare qualche test per la patente, totalizzando il più che onorevole punteggio di 0 errori. Insomma, questa giornata è stata davvero una rivelazione. Perché non credevo di riuscire a dare il massimo anche in un giorno in cui nulla sembrava essere scontato, e che poi alla fine tale si è dimostrato.
Per concludere la giornata, quindi, ci voleva proprio un dolcino per festeggiare (a proposito, avete fatto l’albero?!).

Quindi ho preparato questi Lebkuchen, dei biscotti della tradizione tedesca (o comunque di tutte le zone in cui si parla il tedesco, Trentino Alto Adige compreso) molto speziati e che vengono preparati usualmente per il periodo natalizio. Non esiste una ricetta standard, poiché di questi biscotti esistono moltissime varianti (coperti di cioccolato fondente, senza cioccolato, con la frutta secca, senza frutta secca, con la frutta candita, senza frutta candita, etc) ed ognuna famiglia stravolge la ricetta secondo il proprio gusto. Personalmente, la prima volta che assaggiai questi biscotti fu qualche anno fa, perché mio cugino me ne portò una confezione della Svizzera, ed erano dei biscotti morbidi morbidi ed appunto coperti di cioccolata fondente. Poi non ne ho più mangiati per anni, fino a ritrovarli l’anno scorso al Lidl (e giù di scorpacciate!). Quindi mi si è riaccesa la lampadina e sono andata in cerca di una ricetta per realizzarli in casa. Sono approdata qui, e provai quindi la ricetta contenuta in “Cucinare nella Dolomiti” di H. Gasteiger, G. Wieser, H. Bachmann, che mi piacque molto, ma che ho voluto comunque modificare seppur di poco perché volevo ottenere un gusto leggermente più speziato.
Alla fine sono dei biscotti morbidi, speziati (per me il giusto, ma per esempio ai miei son sembrati addirittura un po’ troppo forti) e che potrete benissimo utilizzare per addobbare l’albero facendo un piccolo foro sulla sommità di ciascun biscotto. Ovviamente potete anche glassarli col cioccolato dopo averli cotti e con la frutta secca, insomma spazio alla fantasia – e al vostro gusto.

Io, con questi, sono davvero entrata nel mood natalizio… ;-)

LEBKUCHEN


Ingredienti,per circa 80 biscotti:
500 g di farina 0
250 g di farina di segale
20 g di bicarbonato di sodio
300 g di miele –per me il millefiori-
200 g di zucchero di canna
1 uovo intero + 2 tuorli
200 g di burro morbido
5 g di cannella
5 g di zenzero
5 g di scorza di limone grattugiata
5 g di scorza di arancia grattugiata
2 g di noce moscata
2 g di chiodi di garofano
1 cucchiaio di Rum
1 pizzico di sale

Procedimento:
in una ciotola capiente, setacciare le farine col bicarbonato. Intanto mettere in un pentolino a scaldare il miele con lo zucchero. Riunire nella ciotola con le farine il miele con lo zucchero,il burro morbido e tagliato a pezzettini, l’uovo ed i tuorli, le spezie, il rum ed il sale. Impastare finchè l’impasto sarà omogeneo, formare la solita palla, e lasciarla riposare in frigo per almeno 3 ore avvolta in pellicola. L’impasto non sarà come quello tipico della frolla, ma più morbido. Passate le tre ore, tirare fuori l’impasto, stenderlo ad uno spessore di circa 5-6 mm di spessore e ritagliarla con le formine che preferite. Solitamente quelli che compro io sono di forma rotonda, ma li ho vista anche a forma di stella, cuore, campana, albero di natale… quando avrete terminato, infornateli in forno già caldo a 180° per circa 10-12 minuti, non devono cuocere troppo altrimenti diventano secchi!
Sono molto più buoni mangiati dopo qualche giorno, ma se non ci riuscite…ahimè, vi capisco, sono buonissimi anche mangiati subito!

lunedì 3 dicembre 2012

Muffin con cuore di lamponi, cannella e mandorle

Un’altra ricetta della serie “avevo-voglia-di-dolce-e-mi-sono-preparata-i-muffins” chepare vada per la maggiore su questo blog… ;-)
Su dai, che dicembre è già arrivato (siete felici? Contenti? Estasiati? Io siiiii!), fuori fa freddo (anche se c’è un sole fantasticoso) e scommetto che pure voi, un bel muffin per la colazione di domani, non lo disdegnate vero?! Per cui, correte in cucina a prepararli perché sono davvero buoni, soffici soffici e veloci! Buon inizio settimana, che la pazienza sia con voi! (la mia purtroppo siè già quasi esaurita…) ;-)

MUFFIN CON CUORE DI LAMPONI, CANNELLA E MANDORLE



Ingredienti, per circa 15 muffins:

Ingredienti secchi
125 g di farina 0
125 g di farina di farro bio
125 g di zucchero di canna
1 cucchiaino di cannella
2 cucchiaini di lievito
1 pizzico di sale
Ingredienti liquidi
250 g di latte intero
90 g di olio di semi (girasole)
25 g di Rum
1 uovo
Ingredienti extra
Marmellata extra di lamponi
Mandorle a lamelle
Zucchero di canna

In una ciotola mescolare bene tutti gli ingredienti secchi, in un’altra ciotola quelli liquidi. Aggiungere agli ingredienti secchi quelli liquidi e mescolare non troppo, l’impasto dovrà essere amalgamato bene ma un po’ grumoso. Negli appositi pirottini versare un cucchiaio di impasto per ciascuno, poi versare un cucchiaino colmo di marmellata di lamponi al centro e coprire con un altro scarso cucchiaio di impasto. L’impasto dovrà riempire il pirottino per ¾ circa. Continuare fino ad esaurimento dell’impasto. Sulla superficie di ogni muffin aggiungere delle mandorle a lamelle e spolverizzare poi con dello zucchero di canna. Infornare a forno già caldo a 180°C per circa 30 minuti.

giovedì 15 novembre 2012

Quiche di zucca profumata al rosmarino



Che buooona la zucca! L’anno scorso ve l’avevo proposta sottoforma di risotto, insomma un classico. In realtà benché la zucca mi piaccia davvero un sacco, odio pulirla e sbucciarla, per quella scorza dura che ha e che per la quale ogni volta ho paura di tagliarmi via qualche pezzo di dito ;-) per cui defilo sempre l’odiato compito alla mamma che mi maledice ogni santa volta, perché odia farlo pure lei. Tale madre tale figlia, penserete. Eh già. Siamo uguali anche nel fatto che, quando vediamo qualcosa che ci piace, lo compriamo senza tante ripensamenti in materia. Vale per vestiti, e, ovviamente, pure in materia culinaria… il ciò significa che, quando mia madre ha visto quella bella zucca sul banco del fruttivendolo, vuoi che non la comprasse, per farmi una sorpresa, dato che “lo sapevo che la zucca ti piaceva tanto, tesoro!”. Certo mamma che mi piace un sacco. Il punto è che detesto taglirla. Per cui, tu la tagli ed io la cucino!

Ciò che ne è venuto fuori è questa quiche, che devo dire mi ha davvero sorpresa, perché non credevo che potesse uscire così buona, dato che sempre di un esperimento si trattava…restia ad usare la pasta briseè confezionata, ho deciso di farmela da me, utilizzando la ricetta di Felder che penso incornicerò su una parete della cucina da quanto viene semplicemente PER-FET-TA! Io poi nel particolare ho utilizzato la farina di farro ed è venuta buonissima, volendo potete utilizzare ogni tipo di farina che volete. Basta avere l’accortezza di prepararla un po’ in anticipo e dimenticarsela in frigo ed il gioco è fatto. Il ripieno invece è costituito da zucca, ovviamente, ricotta e speck, abbinamento tanto classico quanto sempre  delizioso! Il rosmarino dona un sapore bello carico che nell’insieme ci sta davvero a pennello. Potrebbe sembrare un ricetta abbastanza scontata e conosciuta, in realtà io una torta salata alla zucca così buona non l’avevo davvero mai mangiata!

QUICHE DI ZUCCA PROFUMATA AL ROSMARINO

 

Ingredienti per la Pate à quiche, di C. Felder:
200 g di farina
90 g di burro
5 g di sale
1 uovo
20 g di acqua

Ripieno di zucca
500 g di zucca –peso da cruda al netto degli scarti-
300 g di ricotta fresca
100 g di speck, tagliato in una sola grossa fetta
1 uovo
2 rametti di rosmarino
Noce moscata, peperoncino in polvere e sale qb


In una ciotola disporre la farina ed il sale e miscelare. Aggiungere anche il burro leggermente morbido a tocchetti ed iniziare a “sfregarlo” con la punta delle dita, finchè otterrete il solito composto sabbioso. Aggiungere l’uovo e l’acqua e formare la classica palla, ma senza lavorare troppo la pasta. Avvolgerla in pellicola, va in frigo per minimo 2 ore.

Per il ripieno della quiche, prendere la vostra bella zucca, tagliarla a fette e privarle della buccia, lavarle e tagliarle a tocchetti piccoli. Fate cuocere (io a vapore, con lo steam chef al micro, per 15 minuti, ma potete anche cuocere al forno per lo stesso tempo) e poi in una ciotola capiente schiacciare la zucca con la forchetta fino a ridurla a poltiglia e lasciarla raffreddare. Quando sarà fredda, aggiungete alla zucca la ricotta e lavorate bene. Affettate lo speck a listarelle o a cubetti ed aggiungere anch’esso. Lavate i rametti di rosmarino, staccate gli aghi e tritateli finemente a coltello. Mescolarli con il ripieno assieme all’uovo, amalgamare bene il tutto, aggiungere la noce moscata (che potete anche omettere se non vi è gradita), il peperoncino e sale se dovesse servire (il ripieno è molto gustoso di suo!).

Togliete la pasta dal frigo e stendetela su una spianatoia infarinata ad uno spessore di circa 4/5 mm e con essa foderate una tortiera imburrata ed infarinata di 26 cm di diametro. Riempita con il ripieno, livellatelo bene ed aggiustate i bordi del guscio di pasta. Completate con del Parmigiano grattugiato e con dei fiocchetti di burro sulla superficie della quiche ed infornate in forno caldo a 200° per 30 minuti circa. Finite la cottura con 5 minuti di grill. Servire tiepida.

lunedì 5 novembre 2012

Vellutata di piselli e pancetta croccante



Eh già, è da un po’ che manco, ed era da un po’ che volevo aggiornare il blog, ma purtroppo non sono ancora la dea Kali, quindi sto ancora aspettando il miracolo di possedere 5 braccia, ma sono fiduciosa, prima o poi accadrà ;-) sono sommersa da un mare di cose da fare, in primis scuola, e la cucina non la vedevo da un po’… fortunatamente però esistono le vacanze, ed in realtà pensavo di riuscire a ritagliarmi un giorno intero da dedicare ad full immersion di cucina menti vari, ma ahimè l’amicizia ha preso il sopravvento sui miei propositi cucineschi e così mi son ritrovata ad uscire 4 giorni di fila, dalla mattina alla sera, con persone che non vedevo da un po’. Pazienza. Forse alla fine è stato pure meglio così, l’amicizia si deve coltivare, e richiede impegno e dedizione da ambe la parti… anche se c’è qualcuno che non la pensa esattamente come me.
Tralasciando le mie recenti amarezze in campo amiche, vi lascio questa ricettina di questa vellutata di piselli, preparata in fretta e furia ieri per pranzo e tanto tanto gradita da tutti.

Dal gusto delicato e cremosissima –infatti anziché usare brodo ci ho messo il latte- è ideale come primo piatto per disintossicarci un po’ –non so voi, ma io ne ho proprio bisogno-, è buona, è calda, fa bene, è veloce, e la potete benissimop fare con i piselli surgelati (che benedizione, diciamocelo, lol). La pancetta dolce croccante, rosolata in padella senza grassi, dà un tocco saporito e croccante appunto, che contrasta alla perfezione con la cremosità della vellutata. Provate! :-)

VELLUTATA DI PISELLI CON PANCETTA CROCCANTE


Ingredienti, per 4 (porzioni da primo piatto):
650 g di piselli (anche surgelati)
2 patate medie
1 cipolla dorata media
500 ml di latte + 150 ml di brodo
100 g di pancetta dolce
Sale&pepe
Olio evo

Per prima cosa sbucciare e lavare la patate e la cipolla. Tagliare la cipolla a velo e farla appassire in una pentola capiente con un po’ d’olio evo. Tagliare la patata a tocchetti piccoli. Quando la cipolla sarà appassita, aggiungere le patate ed i piselli e farli insaporire per 5 minuti, salare e pepare. Aggiungere quindi il latte e il brodo, quanto basta per coprire tutte le verdure. Far cuocere a fiamma vivace per 30 minuti circa, finchè le verdure saranno ben cotte. Nel frattempo scaldare una padella antiaderente sul fuoco senza aggiungere grassi, e quando la padella sarà ben calda rosolarci la pancetta, che dovrà diventare bella croccante. Frullare bene col minipimer la minestra di patate e piselli, assaggiare, ed eventualmente aggiustare di sale e pepe. Se dovesse essere troppo densa, allungarla con del brodo bollente. Versare la vellutata sui piatti, decorare con la pancetta croccante, dare un giro d’olio evo a crudo e servire.

lunedì 17 settembre 2012

Pesto di zucchine da 5 minuti



Un appuntino veloce veloce, proprio perché ormai la stagione delle zucchine è finita, però se ne trovano ancora di fresche e dolci e croccanti, quindi perché non provare ad usarle per un pesto che va a rimpiazzare quello genovese, ma che in ogni caso non ha davvero nulla da invidiargli? Buonissimo, se ne trovano parecchie versioni in giro per il web, la mia è una rielaborazione di tutte quante ;-)
Quindi, per sintetizzare: sono le 13, siete appena arrivate a casa da scuola/lavoro, avete fame ed avete bisogno di preparare un condimento per la pasta superveloce ma buono, che si faccia in 5 minuti mentre la pasta cuoce? Ok, siete capitate nel posto giusto signore!!!
Il pesto di zucchine è una vera leccornia, ha il pregio di farsi praticamente da solo, di potersi congelare, e di potersi mangiare sia come sugo per la pasta che spalmato su una bella bruschetta o, perché no, spalmato su una piadina arricchita di mozzarella e prosciutto, e di essere davvero buono, a patto di usare delle zucchine fresche fresche :-)

PESTO DI ZUCCHINE DA 5 MINUTI


 

Ingredienti:
3 zucchine piccole (circa 250-300 g)
25 foglie di basilico
3 cucchiai di pecorino romano grattugiato
1 cucchiaio di mandorle con la pelle
Olio evo
Sale & pepe

Procedimento da 2 minuti:
Lavare bene le zucchine, spuntarle e tagliarle a bastoncini. Metterle dentro il bicchiere del minipimer con il basilico lavato ed asciugato, il pecorino, le mandorle ed iniziare a frullare, aggiungendo man mano l’olio finchè otterrete una consistenza vellutata, ed aggiustare di sale e pepe secondo il proprio gusto.

NOTE:
- al posto delle mandorle si possono utilizzare anche pinoli oppure noci.


giovedì 13 settembre 2012

Tortine di patate ed erbe fresche

Il cielo è grigio, piove, fa freddino, ed io sono a casa con il raffreddore…non vi sembra un perfetto inizio autunnale? Ieri per di più è iniziata la scuola, quest’anno è l’ultimo, è da 2 giorni che ho un mal di testa incessante, e non la smetto più di lamentarmi… che palle, l’estate è proprio finita ed io non me la sono (quasi) per nulla goduta, inoltre, come se non bastasse, sembra che pure le mie pianticelle di pomodoro sul balcone vogliano ricordarmi che ormai non è più tempo per loro, e che quei 2 pomodorini ancora verdi ed immaturi saranno gli ultimi. Sigh, me ne sto quindi qui accoccolata sulla mia sedia nera da avvocato con addosso la prima felpa della stagione ed i leggings lunghi, cose che non ricordavo nemmeno più di possedere, ad autoconvincermi che sì, ora è tempo di pensare ad altre cose, leggasi: compiti, interrogazioni, momenti sclero per il troppo studio, zuppette bollenti, risotti di zucca – a proposito, ma anche voi le avete viste saltar fuori dal fruttivendolo, le zucche?-, giubbini di pelle e sciarpette e scarpe fradice ed ombrelli bagnati. Ok, vi ho stufati, la smetto di fare la malinconica cronica d’autunno :-)

Parlando di cose serie, ieri sera per cena ho cucinate queste cosette qui, delle crocchette di patate ed erbe fresche, che vi raccomando sul serio. Facili, relativamente veloci, si possono surgelare salvando più di una cena, si possono preparare con largo anticipo, e come se non bastasse, potete schiaffarci dentro tutto quello che volete, usando le erbette che vi aggradano di più. Sono pure sceme, tant’è che non sapevo se pubblicarle o meno, perché in fondo sono sempre patate cotte e poi schiacciate e modellate in una forma più o meno carina, ma è un modo diverso per presentarle, insomma, non so voi, ma quando a cena a casa mia si annuncia che di contorno ci sono patate, mediamente le facce appaiono alquanto mosce…queste invece, sarà che sono scrocchiarelle e gustose, sono piaciute e non poco!
Prese da “Il cavoletto di Bruxelles”.

 
TORTINE DI PATATE ED ERBE FRESCHE




Per 4 persone, 15 crocchette circa:
6 patate abbastanza grandi
1 uovo
Parmigiano 3 cucchiai
Pangrattato 2 cucchiai
Olio, 1 cucchiaio
Peperoncino, pepe & sale
Basilico, 30 foglie
Salvia, 5 foglie
Rosmarino, 2 rametti
Timo, 10 rametti piccoli
Erba cipollina, 5 steli

+ altro pangrattato per la panatura

Procedimento:
Lessare le patate lavate ma con la buccia, e quando son cotte, lasciarle freddare e poi sbucciarle. Nel frattempo tritare a coltello le erbette e metterle da parte. Prendere la patate sbucciate, porle in una ciotola e schiacciarle con una forchetta, aggiungere poi l’uovo, il parmigiano, il pangrattato, l’olio, il sale, il pepe ed il peperoncino e le erbette. Mescolare per rendere il tutto omogeneo. Versare su un piatto  fondo del pangrattato. Prendere un cucchiaio, prelevare un cucchiaio d’impasto, modellarlo con le mani a mo’ di pallino, poi passarla nel pangrattato e, aiutandosi con la base di un bicchiere, schiacciarla, per poi formarla meglio sempre usando il bicchiere come coppa pasta. Mettere in frigo le crocchette per un’oretta, poi cuocerle come si preferisce. Io le ho cotte in micro, per 15 minuti, modalità combi + grill. Servire come accompagnamento con dell’insalatina.

lunedì 3 settembre 2012

Schiacciata con i fichi

Mi piacciono le tradizioni, per quanto ne segua davvero poche. Mi piace cucinare con prodotti di stagione, avere a disposizione ingredienti di qualità ed utilizzarli al meglio.
L’altro giorno è arrivata a casa una bella cassetta contenente tanti piccoli fichi, bianchi e neri, appena colti, che erano ancora caldi dei raggi del sole, e che sprigionavano un profumo intenso e zuccherino. Era davvero impossibile riuscire a mangiarli tutti da soli, e allora…mi sono ricordata che esattamente in questo periodo, l’anno scorso, avevo fatto la schiacciata con l’uva…buona, è una focaccia dolce ripiena con l’uva nera, quella da vino, che tradizionalmente si prepara in Toscana. Si prepara con l’impasto del pane, anche se oggi si usa zuccherarlo un po’. La stiacciata è davvero buona, quando la mordi senti il sapore dolcino della focaccia e subito dopo il sugo asprigno dell’uva da vino! Quest’anno avevo intenzione di rifarla, ma poi…ho guardato quella bella cassetta di fichi…e mi son detta: ma perché non farla con i fichi al posto dell’uva? Breve ricerca su internet, Marble l’ha fatta anche lei, e garantisce che è una variante della tradizione, sempre fiorentina ovviamente!! E allora? Cos’ho fatto? Ma niente, ho preso la farina ed ho impastatooo :-)

La ricetta, come ho visto anche da Anice, è la stessa inserita nel libro “Il libro della vera cucina fiorentina” di Paolo Petroni…bhe, io non lo so se la ricetta è la stessa, in ogni caso, fatela, perché è davvero buona buona, e i fichi si spappolano che è un piacere davvero! In più, oggi è bello fresco lino, accendere il forno è pure un piacere! ;-)
Ah, come aromi io ho riportato quelli che tradizionalmente si usano sulla schiacciata con l’uva –rosmarino o anice- io in realtà su questa non c’ho messo nulla, l’ho lasciata nature e penso d’aver fatto proprio bene :-)

SCHIACCIATA DI FICHI




Ingredienti, per uno stampo rettangolare 30x38 cm:
400 g di farina 0 (tagliata al 50% con Manitoba)
4/5 cucchiai di zucchero
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino raso di sale
250/300 ml d’acqua
7 g di lievito di birra secco (una bustina) oppure 20 g di lievito di birra fresco

Fichi a volontà –una ventina-
Olio extravergine d’oliva
Zucchero

Rametti di rosmarino e/o anice, a piacere ma soprattutto facoltativi

Procedimento:
via col preparare la pasta: in una ciotola, mischiate la farina con il lievito di birra e miscelate bene. Aggiungere poi tutti gli altri ingredienti ed impastare bene ed energicamente, su una spianatoia infarinata, per circa 10 minuti. L’impasto deve essere elastico ma non appiccicoso. Dopo averlo lavorato, metterlo nella ciotola e lasciarlo lievitare per un’oretta, io l’ho lasciato quasi due ore, il telefono ha colpito ;-)
dopodiché, prendere l’impasto, e dividerlo in 2 parti: una più grande, che servirà per il sotto, e l’altra più piccola, che andrà sopra. Ungere molto bene la teglia con dell’olio e poi stenderci direttamente l’impasto più grande con le mani, tenendo i bordi un po’ alti. Sciacquare delicatamente i fichi e togliere eventuali piccioli, quindi tagliarli in quarti e disporne una metà sull’impasto steso. Dare un giro d’olio e una spolverata abbondante di zucchero. Coprire con l’latra metà della pasta già stesa, avendo cura di sigillare bene i bordi. Disporre sopra l’ultimo strato i fichi, solito giro d’olio e solita spolverata di zucchero. Se volete potete mettere anche un rametto o due di rosmarino o dell’anice, secondo me ci stanno bene entrambi e donano un profumino delizioso! Infornare quindi in forno già caldo, a 180°, per 45 minuti-un’oretta, dipende un po’ dal forno, in linea di massima quando la focaccia è dorata e bella gonfia e lucida, grazie al succo della frutta, è pronta!

NOTE:
- io ho usato il lievito di birra secco, quello in bustina, che non va attivato nell’acqua, ma se volete usare quello fresco, nessun problema, procedete come sempre.

martedì 28 agosto 2012

Crostata di pesche caramellate e frangipane

 Le crostate esercitano sempre un grande fascino su di me…se potessi ne farei una al giorno :-) ma dato che qui a settembre bisogna per forza rientrare nei jeans, non ci si può mica allargare con i dolci…però…c’è sempre un però…era da tantino che non facevo una torta…e poi avevo voglia di una crostata, con le pesche, e con la crema frangipane –che tra l’atro non avevo nemmeno mai fatta- insomma, ero in fissa da giugno con una crostata del genere che però dato il caldo afoso africano e spaccaballe non avevo ancora provato :-(             E allora appena s’è presentata l’occasione –leggi: un po’ di fresco- ho preso le pesche più belle che ho trovato ed ho acceso il forno :-)
Il risultato è stato come lo volevo io, una crostata morbida e goduriosa, e poi insomma non so per qual motivo ma l’accoppiata frutta a nocciolo+frutta secca ci sta sempre divinamente bene! La crema frangipane invece è una frangipane-nonfrangipane, nel senso che qui io ho usato il burro leggermente salato quando invece si farebbe con il burro tradizionale –ma d’altronde il leggermente salato lo usa pure la Gigli, quindi…- e in più non c’è traccia di farina, quindi rimane molto morbida. Last but not least, le pesche che in cottura si caramellano e diventano croccantine fanno un bel contrasto con la crema vellutata che poi alla fine le copre, insomma…da provare! Io la vedrei bene anche con i fichi… mumble mumble…

CROSTATA DI PESCHE CARAMELLATE E FRANGIPANE



Per la frolla:
250 g di farina 00
125 g di burro freddo
100 g di zucchero a velo
1 uovo medio
Sale
Vaniglia

Per la crema frangipane:
100 g di burro leggermente salato e morbido
100 g di zucchero semolato
2 uova
120 g di farina di mandorle con o senza la pelle
Vaniglia

4 peschenoci medie
Succo di ½ limone
Zucchero di canna

Procedimento:
  1. preparare la frolla: Nel mixer mixare ad intermittenza tutti gli ingredienti, finchè non si formerà una palla. Maneggiarla un attimo e poi avvolgerla con pellicola e lasciarla in frigo per qualche ora.
  2. Preparare la crema: in una ciotola, sbattere lo zucchero con il burro finchè si otterrà un composto spumoso. Aggiungere le uova una alla volta, incorporandole bene, poi la farina di mandorle e la vaniglia, mescolando bene. Riporre in frigo fino al momento in cui si userà.
  3. Preparare le pesche: lavare e tagliarle in quarti, poi successivamente a fettine non troppo sottili. Riporle in una ciotola ed irrorarle col succo di limone.
  4. Assemblare la crostata: accendere il forno a 180° e, mentre si scalda, imburrare ed infarinare uno stampo da crostata da 25 cm di diametro. Stendere la frolla su un piano infarinato il più velocemente possibile e con questa foderarci lo stampo, tenendo i bordi leggermente alti. Sopra la frolla stendere la crema, livellarla, e sopra adagiare le fettine di pesche a raggiera. Spolverare le pesche con abbondate zucchero di canna, così poi caramelleranno e faranno una crosticina croccante buonissima :-). Cuocere a 180° per 35-40 minuti circa. Lasciar raffreddare bene e sformare.

martedì 21 agosto 2012

Infusiamoci!

Fa troppo, troppo, troppo caldo. Va bene che siamo ad Agosto, in piena Estate, va bene che se il caldo non c’è adesso, quando dovrebbe esserci? Va bene che se fa freddo ci lamentiamo perché fa troppo freddo, viceversa se c’è caldo, ci lamentiamo perché c’è troppo caldo…ma io non ce la faccio davvero più! Fortuna che abito in una città di mare, che se dovessi per mia sfortuna abitare in città mi sarei già volentieri ammazzata ;-) insomma è un po’ per questo che latito su questi lidi da molto, forse troppo tempo, ma davvero mica ce la faccio io a cucinare con sta afa! Ho pure rinunciato a farmi da me la torta per il mio 18esimo compleanno, pensa te come sto messa! Di pubblicare ricette sceme non se ne parla, tanto il riso freddo lo sapete fare tutti, no?
Quindi cosa mai vi proporrò oggi? Ma un infuso!


Insomma, più che una ricetta è un’idea per ritagliarsi un momentino fresco della giornata, anche se io lo berrei sempre e ovunque, un infuso di frutti ed erbe miste per ricaricarsi di vitamine, sali minerali e tutto ciò che la sudorazione vi fa buttar fuori…è molto gradevole, rinfrescante e dissetante, furbo perché poi potrete inventarvene mille, insomma è altamente personalizzabile.
In realtà poi io l’idea l’ho presa dall’infuso di frutti misti biologici della coop, che lo vende in bustine monodose, poi però mi sono resa conto che non valeva molto la pena spendere ogni volta 2 euro per una scatoletta contenente 20 filtri, e che era molto più economico farselo da sé. Quindi ho letto sulla confezione che l’infuso conteneva rosa canina, karkadè, scorze d’arancia e menta, me ne sono annata in erboristeria, ho acquistato la rosa canina ed il karkadè sfusi, e poi ho prelevato dal mio angolino sul terrazzo un bel mazzo di menta ed uno di melissa, pezzi di buccia di limone, arancia e pompelmo, qualche chiodo di garofano, ho preso un barattolo e ci ho buttato dentro tutto quanto. Quando ho voglia di qualcosa di fresco, che non sia acqua, afferro la mia caraffa, la riempio d’acqua, la scaldo al micro per 6 minuti e ci tuffo dentro un cucchiaio generoso di infuso. Lascio in infusione per parecchie ore, anche una notte, in frigo, poi filtro, zucchero – molto poco- e bevo, è dissetante davvero! Non vi do dosi, perché secondo me dipende tutto dal gusto personale, provate, regolatevi secondo la vostra inclinazione  e poi sappiatemi dire!

Ah, io ci vedo bene anche qualche fiore di lavanda e, ma devo ancora provare, qualche spicchio di frutta fresca proprio dentro la caraffa, tipo pesche, limone, pompelmo e arancio. Proverò :-)

 Dai, che la prossima settimana chiamano pioggia! Evvaiii :-)

venerdì 13 luglio 2012

Angelo e una pasta speciale

Angelo avrà sì e no sui 70 anni. È buffo, piccolo e grassoccio, zoppica ed ha un occhio che fa il furbo dietro le lenti spesse degli occhiali. Barba incolta, grigia e bianca, immancabilmente indossa camicie a maniche corte a fantasie vagamente hawaiane, con annessi bermuda ormai sdruciti, anch’essi a fiori, of course. Ai piedi dei calzari bianchi. Le mani grandi, con le dita grosse e provate, mani di uno che lavora, e tanto anche, ti fanno capire subito che lui, di mestiere, fa il pescatore, da oltre 50 anni. E lo fa con passione. Rifornisce di pesce buono i ristoranti della zona, offrendo cozze e vongole, pescate direttamente la notte prima nel nostro mare, l’Adriatico. Quando la mattina fa il giro dei ristoranti, e magari avanza qualcosa, viene sempre nel negozio di mio papà, dove lavoro anch’io, entra sorridente, mi saluta -buongiorno ragazza!- e ci offre sempre quello che gli è rimasto del pescato della notte. Sempre cozze e vongole. Ma sono cozze e vongole speciali. Hanno un sapore unico, quel sapore che sa donarti solo il pesce appena pescato. Questa è una delle tante fortune dell’ abitare in una città di mare, avere sempre pesce buono a disposizione, ed avere anche chi te lo vende in maniera onesta e spassionata. La vedo, la barchetta di Angelo, quando vado in spiaggia il pomeriggio. È sempre parcheggiata in riva, e i bambini ci giocano dentro come fosse un imponente veliero degli anni passati, quando invece è un’imbarcazione non molto grande, in legno, verniciata di bianco e con delle strisce azzurre. È carina. Proprio ieri Angelo è tornato al negozio, ma aveva avanzato più cozze e vongole del solito. Papà ed io non ci abbiamo pensato su molto, e gliele abbiamo comprate tutte. Novanta euro di pesce, ma glieli abbiamo lasciati più che volentieri. Angelo è una persona buona, quelle persone che proprio ti ispirano fiducia appena le vedi. Insomma, chili e chili di cozze e di vongole, che abbiamo sgusciato tutti assieme appassionatamente io, fratello, mamma e papà ieri notte, fino all’una e mezza. Lo facciamo ogni anno, perché poi porzioniamo cozze e vongole –con la loro acqua- in vasetti di vetro e li congeliamo, di modo che ne abbiamo per tutto l’anno. Con la certezza che sono cose buone e fresche ;-)
Ieri sera abbiamo quindi congelato tutti i vasetti, tranne uno che ho lasciato in frigo apposta perché per oggi a pranzo avevo già deciso di preparare una pasta cozze&vongole diversa da quella che facciamo di solito –ovvero la classica, cozze, vongole, pomodoro, aglio e prezzemolo-, una versione più fresca ed estiva, molto delicata, poco impegnativa, ma fenomenale dal punto di vista delle papille gustative: ho fatto una pasta con cozze, vongole, zucchine saltate, limone e basilico.
Le dosi vanno ad occhio, più o meno, soprattutto per cozze e vongole, io ne ho usati 3 cucchiai per ciascuna però le mie erano già sgusciate. Se voi non avete un Angelo pescatore come il mio e le dovete comprare in pescheria, prendete circa 1 chilo tra cozze e vongole, sappiate che tanto alla fine sono i gusci che fanno peso e volume ;-)

Pasta con cozze&vongole, reloaded



Per 3:
spaghetti, 240 g
cozze 3-4 cucchiai
vongole 3-4 cucchiai
acqua di cottura delle vongole, 4 cucchiai
acqua di cottura delle cozze, 4 cucchiai
zucchini 2 medi
scorza grattata di ½ limone
basilico una 15ina di foglie
aglio 4 spicchi
olio evo
sale

Procedimento, assai sciocco:
mentre la pasta cuoce, nel wok scaldare un po’ d’olio con l’aglio. Lavare le zucchine, spuntarle, tagliarle a metà nel senso della larghezza ed affettarle alla julienne, col coltello o con l’attrezzino apposito. Saltarle nel wok, salate e pepate, per 5 minuti, poi grattarci dentro la scorza del limone, tuffarci cozze e vongole con la loro acqua ed alla fine il basilico sminuzzato. Lasciar cuocere altri 5 minuti. Intanto la pasta sarà pronta: scolarla al dente e buttarla nel wok. A fuoco spento mescolare bene, togliere via l’aglio ed impiattare. Se piace spolverare di parmigiano.

NOTE:
- allora, facciamo una precisazione sul metodo di cottura delle cozze e delle vongole. Quando noi le compriamo, facciamo così: le facciamo aprire in pentola, con un po’ d’acqua, a fuoco vivace. I tempi ovviamente variano da cozze a cozze e da vongola a vongole…comunque sui 3-4 minuti. poi quando sono aperte, le trasferiamo in una ciotola, le lasciamo raffreddare e pian piano le sgusciamo. I gusci non sempre li teniamo da parte, però sarebbero carini da usare per la decorazioni di eventuali piatti. L’acqua di cottura, invece, diventa un’acqua che non si può assolutamente buttare, perché è quella che dà il gusto incredibile alla pasta! Perciò la si filtra attraverso un colino foderato con un canovaccio affinchè la eventuale sabbia ci rimanga intrappolata dentro, e poi si versa sulle vongole e sulle cozze. Quindi riempiamo tanti vasetti o con solo cozze + la loro acqua, o con solo vongole + la loro acqua, o con vongole + la loro acqua e cozze + la loro acqua, e si congelano.
Tutto chiaro? :-)