lunedì 20 febbraio 2012

Polvere di limone ed arancia, essicata

No, oggi niente post melo-drammatico ;-)

Se io vi chiedessi qual è l’ingrediente che usate più spesso in cucina e quello a cui non potete MAI rinunciare, quello che in dispensa –o in frigo, o dove volete- c’è SEMPRE, ma proprio sempre sempre, voi cosa mi rispondereste?!
Io non ho nessun dubbio a riguardo: infatti, nella mia cucina c’è sempre il limone.
A parte il fatto che trovo stia sempre magnificamente con tutto (leggi: dolci, biscotti, pesce, carne, pasta, riso, verdura, salse, condimenti), io lo uso anche come “profumatore” per la lavastoviglie; nei periodi natalizi faccio essiccare le bucce e poi le appendo all’albero e, molto spesso poi, tagliate a julienne, diventano una decorazione semplice ma raffinata; qualche goccia del suo succo va sempre a finire nel mio thè caldo, oppure, addirittura, nello struccante fai-da-te (prossimamente la “ricetta” lol), conosciute le sue potenti azioni astringenti ;-)

Ma un’altra protagonista importante della mia cambusa è anche l’arancia.
Stessa storia del limone, la trovo un agrume molto versatile, che si adatta bene con tutto e che caratterizza ogni piatto, o quasi :-)

E quindi, dato che in questo periodo non è molto facile reperire agrumi date le sfavorevoli condizioni climatiche, qualche tempo fa mi si è accesa una lampadina nella testa: perché non essiccare le bucce di limoni e arance (ma non solo, si può fare anche con cedri, mandarini, etc.) per poi grattugiarle ed avere in questo modo sempre aromi profumatissimi e pronti all’uso?
Ci ho provato e il risultato mi ha entusiasmata: vi faccio vedere come si fa, senza tante pretese, è una cosa davvero scemissima ma che può tornare utile :-)

Ovviamente poi potrete fare dei mix a vostro gusto, per esempio io ho fatto tanti sacchettini diversi: arancia, limone, arancia e limone assieme, limone e zenzero, arancia e vaniglia, limone e vaniglia… via libera alla fantasia!

POLVERE DI LIMONE E ARANCIA, ESSICATA



I protagonisti:
limoni (meglio se biologici, o comunque non trattati)
arance (meglio se biologici, o comunque non trattati)

Procedimento:
è sufficiente lavare benissimo gli agrumi, asciugarli e con un pelapatate sbucciarli verticalmente. Tagliare a coltello le bucce a julienne, molto fini così si seccheranno prima. Riporle in un piatto e metterle in microonde, alla massima potenza per 1 minuto, ma anche meno, stando con gli occhi attaccati al micro perché si bruciano molto facilmente ;-) quindi in un tagliare sminuzzarle con la mezzaluna fino ad ottenere un polvere.
Si conservano per molto tempo chiusi o in barattolini di vetro oppure anche in bustine (quelle per congelare gli alimenti, per intenderci).
Ricordate di attaccare delle etichette ad ogni singolo barattolino/bustina per riconoscere facilmente le vostre polveri, nel caso ne facciate più d’una!


venerdì 10 febbraio 2012

The New York Cheesecake

Già quando avevo 5 anni sentivo l’esigenza di avere qualcuno al mio fianco per poterci giocare insieme, per poterlo abbracciare, per poterlo riempire di baci. Per dimostrare a qualcuno che, se ci fosse potuto essere qualcuno al mondo che lo avrebbe amato alla follia, quella ero io. Il desiderio di avere un fratello, o una sorella, era così intenso che davvero, ancora oggi, penso di essere stata uno stress infernale per quei santi di mia madre e mio padre. Avevo tanti bombolotti, tante Barbie –di queste avevo una passione snaturata, ogni volta che con la nonna paterna passavo davanti al negozio di giocattoli, era d’obbligo fermarsi e comprarne una, tant’è che, ancora oggi, ne sono incredibilmente gelosa: guai a chi si azzarda di toccare le mie ben 67 Barbie ;)- ed ogni volta che tenevo tra le mani quelle bambole, facevo finta di tenere per la mano, in realtà, un bimbo vero, quello che avrebbe dovuto essere mio fratello. Fantasticavo un sacco, di accompagnarlo a scuola, all’asilo, di aiutarlo a fare i compiti. Con l’innocenza di una bambina, e anche con un po’ di ingenuità, credevo che il legame che si ha con un fratello, sia un legame tanto forte, avvolgente e magnifico. Un legame che non si potrà mai spezzare, quasi più forte di quello che ci lega alle proprie madri. Delle radici che non potranno mai essere sradicate.
Poi una sera d’inverno, così all’improvviso, succedeva che, mentre la mamma mi lavava i piedini sul bidet, mi disse che presto sarebbe arrivata una cicogna. Ricordo quella sera in maniera così limpida, così perfetta, che ancora stento a crederci! Presto sarebbe arrivato quindi un fratellino, ed io, in quel momento, con i piedini bagnati, ero davvero la bambina più felice al mondo. Poi i giorni passavo, e passavano pure i mesi, ma, purtroppo, non arrivava nulla, nonostante la mia felicità e la curiosità salivano sempre più. Avevo timore di chiedere alla mamma perché quel bimbo che aveva in pancia non volesse nascere! Da quella sera, da quell’annuncio di quella cicogna, passò così un anno, forse anche qualcosa in più. Ma non nacque nessun bambino. Fino a che, non ricordo come, né quando, improvvisamente la pancia della mamma diventava sempre più grossa! E quello era il segno tangibile, la prova ultima che, finalmente, questo fratellino arrivava!!! Nove mesi passarono in fretta, e quando Lorenzo nacque, il 2 aprile del 2000, io avevo 6 anni, ne avrei dovuti fare 7 a luglio. Era bellissimo dentro la sua culletta, in ospedale, ad un giorno di vita, quando lo andai a trovare col papà. Gli avevo confezionato un fiocco azzurro, disegnato da papà e da me colorato col pennarello qualche sera prima che nascesse. Tutti dissero che era il fiocco più bello della nursery, ed io in fondo lo sapevo: lo avevo fatto con così tanto amore, che non poteva non essere tale. Lorenzo cresceva, crescevo anche io, e cresceva anche il mio incondizionato amore per lui. Era davvero un bambino bellissimo, sorrideva sempre, ed aveva due guance belle tonde, sode, che io gli pizzicavo di continuo, facendolo ogni volta piangere a più non posso. D’altronde, era bello anche quando piangeva. Iniziò ad andare all’asilo. Poi fu la volta delle elementari. Ora mi rendo conto che, molte delle cose che avrei voluto fare con lui, non le ho realizzate. Le mie aspettative di bambina erano forse troppo rosee. Lorenzo mi fa spesso e volentieri arrabbiare, molto più spesso litighiamo, anche se poi facciamo sempre pace. A volte le delusioni arrivano, e mi rendo conto di pretendere un po’ troppo da lui. pretendo che lui sia come ero io, una bambina responsabile e che si sapeva arrangiare nelle cose che rientravano nelle sue possibilità. A scuola ero molto più indipendente, mi piaceva applicarmi e vedere bei risultati. Lui no. Lui è molto più menefreghista, ed io questo non lo tollero. È come se fossi un po’ una seconda mamma, ed avendo 7 anni più di lui, mi viene alquanto naturale rimproverarlo o sgridarlo. Mi sarebbe piaciuto dimostrargli di più quanto bene gli voglio, un bene sincero e profondo, un bene sano. Sono certa che anche lui provi le stesse cose nei miei confronti. Quando lo guardo lo vedo ancora bambino, sento il dovere di proteggerlo. Sento che sta crescendo, e che la sua non è proprio un’età facile. Spero che questo momento un po’ burrascoso passi. Ma, nonostante ciò, sento di volergli ogni giorno più bene di prima.

Tutta questa luuunga introduzione era necessaria per farvi capire che, quando Lollo mi ha chiesto di fargli la sua torta preferita, la New York Cheesecake, non ho saputo dir di no :-)

La ricetta l’ho presa dal sito di Joyofbaking, una garanzia, credetemi: questo dolce l’avrò fatto sì e no una ventina di volte, e mi è sempre venuto P E R F E T T O!
Ha una consistenza ricca e cremosa, è assolutamente irresistibile.
Come tutti i dolci di origine americana, è particolarmente sostanzioso, ma che non vi venga in  mente di utilizzare un Philadelphia light o cose di questo tipo: il risultato non sarà assolutamente soddisfacente, quindi…mangiatene una fettina piccola, ma usate ingredienti “giusti”!

NEW YORK CHEESECAKE


Ingredienti, per una tortiera a cerniera da 24 cm:
base:
200 g di biscotti Digestive
30 d di zucchero di canna
80 g di burro non salato

farcia:
650 g di Philadelphia (non deve essere né light, né duo! Serve classico!), temperatura ambiente
130 g di zucchero semolato fino
20 g di farina
3 uova, temperatura ambiente
55 ml di panna fresca
Poca scorza di limone grattata, 1 cucchiaino circa
Poco estratto di vaniglia, 1 cucchiaino circa

topping:
240 ml di panna acida (sour cream)
30 g di zucchero semolato fino
Poco estratto di vaniglia, circa ½ cucchiaino

Procedimento:
Prima di tutto fare la base: fondere il burro, sbriciolare i biscotti nel mixer con lo zucchero e poi amalgamare tutto bene bene. Copri il fondo della tortiera con un disco della stessa misura di carta forno, a cucchiaiate versaci sopra i biscotti amalgamati col burro, livella bene il tutto in modo omogeneo e poni in frigorifero per una mezz’ora, o 45 minuti.
Riscalda il forno a 180°.
Prepariamo il ripieno! In una ciotola capiente versare il formaggio a temperatura ambiente, lo zucchero e la farina. Sbattere, magari con lo sbattitore elettrico o con la planetaria, per circa 2 minuti, fino a quando sarà ben cremoso. Aggiungere le uova a temperatura ambiente, una alla volta, mi raccomando! Prima di aggiungere l’altro, verificare che si sia ben amalgamato l’uovo precedente. Aggiungere quindi anche la panna, la scorza di limone, e la vaniglia, mescolare finché ben incorporati. Tirar fuori dal frigo la base, verificare che il burro si sia ben compattato e versare sopra la crema di formaggio, livellandola bene con una spatola. Non è necessario imburrare ed infarinare i bordi della tortiera, anzi non fatelo proprio, perché quando il dolce sarà cotto e raffreddato si staccherà da sola dalla pareti dello stampo. Infornare e dopo 15 minuti, abbassare la temperatura da 180 a 120° e quindi prolungare la cottura ancora per 35-40 minuti, facendo attenzioni che il dolce non diventi troppo scuro: in questo caso coprite con un foglio di carta di alluminio. Il dolce sarà cotto quando, muovendo leggermente la tortiera, il centro sarà ancora leggermente traballante, della consistenza di tipo un budino.
Quindi estrarre il dolce, lasciando acceso il forno, e preparare il topping: mescola bene in una ciotolina con un cucchiaio la panna acida, lo zucchero e la vaniglia. Versare sul dolce col cucchiaio e a piccoli mucchietti il topping livellandolo il più possibile in maniera uniforme con una spatola. Reinfornare per altri 15 minuti circa.
Estrarre definitivamente il dolce dal forno. Lasciarlo raffreddare fuori dal forno e, quando sarà completamente freddo, farlo riposare in frigorifero una giornata intera, anche due: più il dolce riposa, più buono sarà!
Al momento di servire, togliere la cerniera della tortiera, magari aiutandovi con un coltello, e con lo stesso, se necessario, togliere dai bordi la parte marroncina, facendoli diventare bianchi. Adagiare il dolce su un piatto da portata e decorarlo a piacere.

Solitamente il Cheesecake viene servito o decorato con della frutta fresca (generalmente fragole e/o frutti di bosco) e con annessa salsa di frutta (molto spesso quella di fragole) oppure con una salsa al cioccolato o al caramello. Tuttavia consiglio caldamente di lasciare il Cheesecake bianco, al naturale, ed eventualmente portare in tavola le salse in delle ciotoline, affinché ognuno lo gusti come meglio desidera, per incontrare i gusti di tutti.
Il Cheesecake molto difficilmente non piace :-)

NOTE:
- le dosi che dava Joyofbaking erano superiori di 1/3, in modo da ottenere un Cheesecake più alto. A me piace di più un po’ più basso, per questo ho ridotto le dosi.
- non è un dolce difficile da realizzare, basta seguire fedelmente le istruzioni e, soprattutto, le dosi e i tempi di cottura. La fretta è la peggior nemica del Cheesecake!
- è un dolce comodo perché si può fare in anticipo, e ne guadagna di sapore: prendetelo in considerazione se avete cene in programma per non ridurvi all’ultimo minuto!